Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 4 marzo 2018

Ancient Veil


ANCIENT VEIL - New - The Ancient Veil remastered
Open Mind – Lizard Records
Distribuzione: BTF - Pick Up  - GT Music - MaRaCash - Syn-Phonic 
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2018




Avete presente quando si arieggia una stanza? Quando si aprono le finestre e si riempiono i polmoni di aria pulita, ebbene, questa è la sensazione che si prova all’ascolto di “New - The Ancient Veil remastered”. Si perché i musicisti genovesi formati oggi da Alessandro Serri (voce, chitarre elettriche, acustiche, classiche e 12 corde, basso, flauto), Edmondo Romano  (sax soprano e tenore, clarinetti, low whistle, flauto dolce sopranino soprano & contralto, bansuri, mohozeno) e Fabio Serri (piano, moog, organo hammond, synth) hanno avuto l’idea di ristampare il primo omonimo cd edito nel 1995 dalla Mellow Records con una nuova veste, sia grafica che sonora.
Ciò che si evince all’ascolto è prima di tutto il miglioramento sonoro, e poi si può godere della giunta di maggiori strumentazioni. Non a caso il disco è pieno di ospiti fra fiati, cori ed archi.
Altri cambiamenti strutturali li ritroviamo nella track list, rispetto al lavoro originale sono stati tolti quattro brani, che sono comunque raccolti e citati nella bonus track finale. Questa è una creazione originale di Edmondo Romano, che compone attraverso l’utilizzo di suoni naturali e di rumori di varia natura una piccolo suite “collage”, con due composizioni storiche dei primissimi Eris Pluvia.
La parte grafica è stata ridisegnata con i quadri di Francesca Ghizzardi.
Il flauto, il piano, musica che fa stare bene, che si “ascolta” e non si “sente”, musica che necessita di una particolare attenzione per goderla al massimo delle proprie potenzialità. L’ampiezza sonora della title track che apre l’album è un sunto fra la storia Prog del passato e quella del presente, un mix fra New Prog e il classico sinfonico con la giunta di una punta di Jazz Rock. L’esperienza artistica dei componenti negli anni si è ampliata di capacità notevoli, questo porta al lavoro una freschezza ed una spigliatezza ulteriore. La chitarra elettrica disegna scale sonore interessanti per poi lasciare spazio a momenti rilassanti ed acustici, con la giunta di fiati.
Movimenti ampi e mediterranei come nella successiva “Flying”, quasi musica classica, in effetti il Prog molto si presta a questo tentativo di strutture sonore, una grande  prova l’abbiamo avuta dai loro concittadini New Trolls, con Bacalov ed il capolavoro assoluto “Concerto Grosso”.
Bellissimo l’arpeggio di chitarra classica che apre assieme al flauto “Feast Of The Puppets” e qui ci si rende conto della classe che noi italiani riusciamo a mettere in campo su questo genere sonoro sempre poco considerato rispetto alla sua qualità. Uno sforzo creativo che sfocia nel benessere, perché alla fine dell’ascolto del brano si ha questa sensazione. Questo un piccolo passaggio nel Folk Prog.
“Creature Of The Lake” invece torna su energie “genesiane” periodo Gabriel e sono sensazioni sempre forti. “Gleam” potrebbe risiedere tranquillamente nella discografia degli Agorà, un pezzo fra l’etnico, il Jazz ed il Folk, una immensa cultura sonora messa giù con semplicità in poche note, fattore non di poco conto. “The Dance Of The Elves” è una ballata (appunto) Folk arricchita oltre che dall’immancabile flauto, anche dal violino, una canzone dal sapore Jethro Tull. La danza procede con “Dance Around My Slow Time”, altro mix fra passato e presente, il remastered ha il suo perché. La voce di Cinzia Nocera è profonda ed ottima interprete dell’aria sonora che la circonda. Con “Night Thoughts” si evince il perché si denomina questo genere -musica per la mente- tutto assume colori pastello, e qui la copertina dell’album ci fa da coronamento. Altro passaggio nel New Prog con “New”, ma in maniera sempre pacata e mai invasiva, l’acustico fa socchiudere gli occhi mentre le atmosfere si fanno raffinate e sognanti. L’album ufficiale si chiude con “Talking Frame”, vetrina per le capacità tecniche della band arricchita anche dal sax.
Personalmente apprezzo molto lo sperimentare del “Medley” finale, qui  ricerca, visione dei suoni, una rappresentazione forte e diretta che non lascia indifferenti per capacità espressive.
“New - The Ancient Veil remastered” precederà di poco l’uscita del live a primavera, registrato durante due concerti realizzati nel 2017 a “La Claque” di Genova.
Che dire, per chi vi scrive i The Ancient Veil sono un classico del Progressive Italiano, concetto ancora astruso per chi resta  solo e sempre avvinghiato alle solite band anni ’70. Occhio amici, come dicevano i Matia Bazar “C’è tutto un mondo intorno”, in questo caso anche colorato. Largo ai nuovi classici. MS

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